PROGETTO A.M.O. – Attività Motoria in Oncoematologia pediatrica
“Un vincitore è un sognatore che non si è arreso” N. Mandela
Cos’è lo sport?
Rispondere a questo quesito non è semplice, perché da’ avvio a diverse risposte.
Idea diffusa è che lo sport sia “seguire un atleta o una squadra preferita” oppure “dedicarsi costantemente ad un’attività fisica” molto difficilmente la risposta sarà “lo sport è cura”.
In realtà è quello che si prefigge il progetto “A.M.O. – Attività Motoria in Oncoematologia pediatrica” inserendosi ad ampio raggio nella programmazione delle cure complementari di tipo psicosociale operata dall’APLETI. Già, perché questo progetto non soddisfa solo l’opportunità da parte del paziente di fare attività fisica in un reparto ospedaliero, che di per sé sarebbe già un processo all’avanguardia, ma di usare il proprio corpo in movimento per migliorare il suo approccio alla cura.
Lo sport è medicina ma non ha effetti collaterali scritti sul bugiardino. Non ha dosi e non ha pillole, chiede solo partecipazione.
Operativo da dieci anni nell’Unità Operativa di OncoEmatologia Pediatrica nel Policlinico di Bari, ha trovato immediatamente sostegno da parte dell’ A.P.L.E.T.I. che ha intravisto nella sua realizzazione un approccio più umano alle cure ed un’attenzione dedicata al paziente.
Oggi il progetto “A.M.O.” è a livello nazionale l’unico a realizzare Attività Motoria Adattata nei luoghi di lungo degenza grazie all’intervento della professionalità di due insegnanti di attività motoria adattata e alla presenza di un armadio che funge da “Palestra su quattro ruote” dotato di tutti gli strumenti utili per fare sport (tirassegno, cerbottana, palloni di vario genere, bocce, birilli, canestri ecc), attrezzi che permettono a tutti gli organi del corpo umano di cimentarsi in attività che richiedono sforzo, precisione, adattamento, rivalutazione del metabolismo e motricità riadattati ad un contesto ove le condizioni fisiche sono debilitate dall’uso di chemioterapici e dalle terapie concomitanti.
Obiettivo principe del progetto, infatti, è di non interrompere la fisiologica evoluzione psicomotoria del bambino e dell’adolescente cercando di mantenere in vita quel filo conduttore che collega corpo, psiche e mondo circostante, senza dimenticare che l’attività fisica di per sé è anche un momento di socializzazione, confronto, cooperazione, svago e distrazione che permettono ai piccoli ospiti dell’Unità di uscire dalle quattro mura della stanza, conservando i sani principi della competizione ma riappropriandosi di un corpo in cura con lo sport come cura.
TITOLARI DEL PROGETTO: Rosmara MESTO